Metodi e Nivalis | Milano | Novembre ‘23 > Aprile ‘24

Corso di alta formazione.
Supervisori del lavoro sociale e sociosanitario.

 

Saper pensare e agire nella complessità.

Per chi opera in campo sociale e sociosanitario è oggi quanto mai sollecitata la capacità di interfacciarsi con problematiche e contesti complessi, che richiedono risposte nuove e co-costruite con i destinatari dell’intervento. Cresce, quindi, l’esigenza di formarsi con strumenti e metodi nuovi, che aiutino gli operatori a saper leggere, comprendere e agire in maniera trasformativa a partire dalle situazioni reali che si incontrano. Trattandosi di processi in continua evoluzione, che interessano fortemente anche l’ambito dei vissuti e delle capacità relazionali, appare necessaria e strategica l’attivazione di percorsi di supervisione e accompagnamento. La presente proposta formativa trae spunto da queste considerazioni e si colloca in una prospettiva scientifica e culturale che fa riferimento alla teoria sistemico-relazionale, alla psicosociologia dei gruppi e alla psicologia di comunità, attingendo al decennale know-how professionale di Nivalis e Metodi. Da questo angolo visuale la supervisione rappresenta, in primo luogo, una preziosa occasione per accrescere le competenze delle équipe impegnate nei servizi alla persona nell’affrontare un problema e migliorare la propria efficacia nell’azione. Équipe e supervisore lavorano insieme, collaborano, nella divisione dei ruoli e delle responsabilità, affrontando le diverse fasi di analisi della situazione e individuazione delle possibili azioni trasformative. Il concetto di processo è fondamentale per comprendere questo modello di supervisione, qualcosa che si riferisce più al «come» si pensa e si agisce più che a «cosa» viene fatto. Il processo di supervisione si presenta come un’azione che esprime, chiarifica, elabora, trasforma le rappresentazioni e i vissuti che i protagonisti hanno di una situazione data, con lo scopo di renderli più competenti nel comprenderla e conoscerla e più capaci di agirvi, anche riconoscendosi come gruppo di lavoro che struttura interventi complessi e articolati. Il paradigma della complessità appare utile e appropriato nel caso di una equipe che lavora con persone che portano bisogni compositi, necessità emotivamente cariche e rilevanti. In questa complessità, la possibilità di intervenire efficacemente è data dalla professionalità dell’intero gruppo di lavoro, non solo dalle competenze specifiche dei singoli operatori. Dopo aver compreso l’ampia gamma di situazioni che si presentano, occorre offrire risposte specifiche e complementari. Per conciliare e articolare gli interventi, con soluzioni innovative, è necessario saper collegare costantemente capacità ed esperienza dei singoli all’insieme di conoscenze, strategie e responsabilità condivise nel gruppo di lavoro.

 

La supervisione come processo conoscitivo collaborativo.

Il processo di supervisione richiede di configurare un setting adeguato, cioè l’istituzione e il presidio di uno «spazio», di un «tempo» e di una «relazione», che consentono e favoriscono lo svolgersi del processo stesso. È importante che questo spazio-tempo sia diverso e altro rispetto alla quotidianità dell’esperienza; non per tenere fuori la realtà ma per poterla rielaborare, per non essere sopraffatti dalle incalzanti preoccupazioni operative. Il setting della supervisione consente di interrogare i modi di accadere della realtà, i significati che gli vengono attribuiti e i problemi che genera. È uno spazio fisico, mentale e relazionale che è caratterizzato da regole e da ruoli: un dispositivo che sospende l’agire per fare spazio al pensare. Al centro dell’attenzione ci sono le prassi quotidiane (azioni, relazioni, accadimenti, effetti) attraverso cui si realizzano progetti, interventi e servizi. La finalità è quella di attivare i processi necessari ad integrare i diversi punti di vista dei singoli operatori e sviluppare azioni e interventi condivisi; affrontare situazioni critiche; aumentare la consapevolezza dei problemi collegati alle relazioni di cura e presa in carico di persone con disagio; individuare possibili soluzioni e sviluppare capacità creative, di cui si è portatori in modo spesso inconsapevole. Oggetto di supervisione possono quindi essere le azioni praticate, i principi che le guidano, le emozioni che le accompagnano e le complesse dinamiche relazionali e organizzative che si producono. Questa moltitudine di “oggetti” richiede di essere pensata al di fuori del loro mero accadere, per questo uno degli strumenti più importanti della supervisione è il pensiero riflessivo, così raro da produrre nella vorticosità operativa in cui oggi siamo tutti immersi, quasi senza tregua. Come scriveva Epitteto: «Non sono i fatti in sé che turbano gli uomini ma i giudizi che gli uomini formulano sui fatti». La supervisione aiuta cioè a far luce e chiarezza sui complessi rapporti che intercorrono tra interpretazione del mondo e scopi, valori e significati, concetti e aspettative.

 

La proposta: finalità, destinatari, metodologia e contenuti.

Il Corso di Alta Formazione è orientato a sviluppare competenze professionali utili a ideare, progettare e condurre in maniera efficace percorsi di supervisione in ambito sociale e sociosanitario. Il Corso ha come destinatari psicologi, assistenti sociali, pedagogisti, educatori professionali. Da un punto di vista didattico si prevede l’impiego di una metodologia attiva e partecipativa, con il coinvolgimento diretto dei partecipanti in attività esperienziali e rielaborazioni teorico-metodologiche delle stesse. Il corso è orientato all’acquisizione di strumenti e strategie per la conduzione di gruppi di supervisione, alla condivisione di vertici di analisi e lettura dei contesti, dal micro al macrosistema, integrando differenti approcci e metodi, all’interno della matrice ecologico dialogica e di comunità. Una particolare attenzione verrà posta alla valorizzazione del patrimonio di esperienze maturate dai partecipanti e a quelle proposte dai formatori, in una logica di apprendimento situazionale. Il corso è articolato in 6 moduli in presenza della durata di due giornate consecutive l’uno a cadenza mensile (venerdì e sabato 9.30 alle 17.30) per un totale di 84 ore e attività da remoto (online) di 16 ore, per un complessivo di 100 ore formative. Per ogni modulo del corso vengono esplorati i principi guida e gli aspetti teorici, presentati metodi e strumenti di lavoro, osservati i processi in azione attraverso video e role playing, con simulazioni di lavoro sia in presenza che on-line. All’interno del percorso, sono previsti anche momenti di tutoraggio individuale.


I sei moduli del corso.


Staff docenti.


Note organizzative.

Sede e orari.

Nivalis – Via Villa Mirabello 6 Milano.
L’orario sarà il seguente: mattina 9.30 >13.00 – pomeriggio 14.00 >17.30. Per eventuali attività da remoto verrà utilizzata la piattaforma Zoom

Partecipanti.

Il Corso prevede la partecipazione di un gruppo minimo di 10 persone che frequenteranno l’intero percorso.

Costo base.

La frequenza del Corso ha un costo di € 1.500,00 IVA inclusa (€ 1.229,50 + 22% IVA).

Sconti.

10% di riduzione per chi si iscrive entro il 15 ottobre 2023.

Attestato di frequenza.

Ai corsisti che hanno partecipato al 75% delle ore del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza al Corso di Alta Formazione per SUPERVISORI DEL LAVORO SOCIALE E SOCIO SANITARIO. Sono previsti 50 ECM per psicologi e crediti CROAS.

Coordinamento scientifico.

Jacopo Dalai, Tiziana La Rocca, Ennio Ripamonti, Teresa Soldini, Irene Tesoro.

Per informazioni.

Dott.ssa Tiziana La Rocca | T 02 87198774 | supervisione@nivalis.it


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sul corso.